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Arte, censura e persone di merda

Arte, censura e persone di merda

Junior Cally sì o Junior Cally no?
Sembra una questione di gossip, ma tocca un nervo scoperto in tutti quelli che, come noi, creano contenuti per gli altri. Scrittori, registi, cantautori, cantastorie, giornalisti, poeti… insomma, chi per vivere racconta storie.

Il nervo è scoperto non perché sia un tabù o una verità nascosta sotto lo zerbino, ma piuttosto perché facciamo fatica a farci un’idea precisa del nostro stesso pensiero.

Un tema d’attualità

Ivano Porpora mi ha mandato un suo testo da pubblicare su Purpletude in cui parla proprio di questa difficoltà. L’abbiamo pubblicato sapendo che non avrebbe fatto l’unanimità.

Poi, via messaggio, ci siamo arresi all’evidenza di saper di non sapere.
Molto socratici – o paraculo. Non saprei dire neppure questo.

Gli ho fatto l’esempio di Sandro Penna:


La morte dello spirito critico

Il “costringersi a interrogarti” che suggerisce Ivano ha a che fare con lo spirito critico. C’è tendenza a trattare “il pubblico” come una massa inerte e indifesa, come se non avesse gli strumenti per processare le informazioni e farsi una propria idea. Forse sottovalutiamo le persone.

O forse non viviamo a contatto con la realtà: secondo il l’indagine PISA dell’Ocse, il 25% degli studenti italiani hanno non riescono a identificare l’idea principale di un testo di media lunghezza.

O forse ancora, a forza di credere che le persone siano cretine, le trattiamo come tali e smettiamo di produrre contenuti che abbiano un minimo di complessità. E quindi i nostri ragazzi crescono senza più bisogno di capire veramente un testo, ridotto a slogan SEO-friendly.

Altri esempi illustri di artisti controversi

Ma tornando agli artisti maledetti: gli esempi sono moltissimi, Polanski, su tutti.
È accusato di stupro e ha evitato il processo fuggendo all’estero. Sono passati decenni, ma la prescrizione non è un’assoluzione. Dobbiamo boicottare la sua arte? Oppure dobbiamo ignorare la sua “vita privata” e invitarlo ai grandi festival, trattandolo con tutti gli onori?

Il fatto che ho messo “vita privata” tra virgolette tradisce il mio pensiero: per me un personaggio pubblico non può permettersi questa scusa.

In un mondo ideale, Polanski avrebbe avuto un processo, un verdetto, eventualmente una condanna. Dopodiché, una volta scontata la sua (eventuale) pena, allora non avrei problemi a incensarne l’arte. Ma così, nella situazione attuale, ammetto che mi infastidisce.

Come mi ha sempre infastidito Sandro Penna: lo leggevo da ragazzo, ammirato dalla sua capacità di sollevare emozioni, usare le parole, e anche cantare l’amore tra uomini. Ma già allora, già da ragazzino, ero a disagio di fronte a quello sguardo ossessivo sui “fanciulli”. Era un pedofilo. Era anche un grande poeta. Quindi che fare?

La morale ondulatoria è madre dell’ipocrisia

E penso che potremmo estendere il ragionamento a quasi tutte le persone celebri che ammiriamo: il mondo dello spettacolo è fatto di eccessi, di droghe, di abusi più o meno consenzienti. I soldi portano potere e il potere porta agli eccessi, è quasi sempre così.

E non parlo di morale: parlo del fatto che ci scandalizziamo quando il nostro conduttore di quiz preferito bestemmia come un marinaio in un fuori onda; o che ci sentiamo sollevati quando gli sponsor abbandonano la top model fotografata mentre si fa di coca. O che la Disney licenzi il regista che ha fatto dei tweet di paradia su argomenti pesantissimi, cinque anni indietro. Parlo di ipocrisia.

È tutto ipocrita, perché le persone che ammiriamo, che eleggiamo, delle quali invidiamo la vita possono essere persone di merda. Ma non vogliamo saperlo. E quando ne becchiamo una in castagna, di queste persone, le facciamo pagare tutto con gli interessi, per tutta la sua categoria. Non devono essere necessariamente brutte persone, ma devono aver fatto qualcosa di condannabile.

Così un Junior Cally diventa al 100% cattivo, mentre, che ne so, un Fiorello rimane 100% buono. Mentre sia l’esperienza che la statistica ci dicono che è molto più probabile che la verità stia nel mezzo.

Eminem l’ammazzafroci. O forse no.

Un esempio in questo senso: nelle sue canzoni, Eminem utilizza spesso inguirie omofobe e dà del frocio a tutti, in senso dispregiativo (sì, stupirà, ma c’è chi lo stesso titolo lo porta con un certo orgoglio).

Eppure Elton John – quindi la regina per eccellenza – durante una puntata del Norton Graham Show, ha rivelato di aver ricevuto dallo stesso Eminem due cockring tempestati di diamanti, come regalo di nozze per lui e suo marito David Furnish. E lo ha definito tutto tranne che omofobo (con cognizione di causa, avendo duettato con lui).

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